Afia indossa dei sandali scuri, tutti intrecciati.
Tocca con il piede il selciato del vicolo
e l'abbraccia l'aria molle di giugno,
l'odore quieto di pastina con l'olio.
Le si spacca qualcosa ad altezza sterno,
come un moscone che sbatte sul vetro,
e deve anche ammetterlo,
si è mosso il morto che porta dentro.
Inizia a camminare a passi lunghi,
la gola chiusa e gli occhi aperti,
non ha nemmeno la forza per battere il pesto.
20 gennaio – Bologna
1 giorno fa
Mi emozioni, davvero.
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