Si cammina lenti e poi correre e trottare per raggiungere la Baita Segantini, mica saperlo prima.
Dico e canticchio un sacco di suoni sgradevoli in mezzo al silenzio di giugno.
Vengo zittita malamente da uno stormo di corvi neri, che sbattono le ali con un solo movimento netto, non gracchiano e volano bassi. Capisco quanto nulla, ed ho paura come un animale.
La barista ruvida dei duemila metri dice, con il ghigno dei ghigni,
che siamo sempre di corsa, tutti da scoprire.
Noi, controvento, ci si copre ben bene.
20 gennaio – Bologna
1 giorno fa
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