Lhasa da Sola

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mercoledì 31 marzo 2010

Blognotes

Francesca ha tagliato i capelli,
che quando finisce una storia trovi i fiori sul motorino e tagli i capelli.
E poi butti i fiori
e conservi i capelli.

Inès raccoglie i capelli che ha perso nel pettine,
con la paura che diventino polvere prima di lei.

mercoledì 24 marzo 2010

Lègami

Il corsobase di teatrobase ci sta regalando minuti ininterrotti di Nick Cave in ascoltobase.
Il teacherguru  schiaccia plei, 
No More Shall We Part dalla n.3 si spalma come sottofondo ad esercizi lenti di avvicinamento, percezione delle auree aure altrui.
E allora mentre cerco di capire dove finisca io e inizi un altro,
o dove inizi un altro senza che finisca io,
ripeto la litania scioglilingua esorcismo
twenty pretty girls to carry them down twenty deep holes to bury them in.
Io ho preso Beatrice alle spalle ed ho succhiato l'odore dei suoi capelli fino ad invaderla.
Laura ha schiacciato la sua fronte sulla mia ed il tutto, per il teacherguru, è durato troppo poco.

Che dobbiamo trovare un tempo consono,
Che se sono aggrappata a qualcuno
sono,con.

giovedì 18 marzo 2010

Walter e il mago

Biagio è nato in provincia di Agrigento. Il suo paese si trova sul mare e la cosa bella è che lì c'è ancora la falconeria.
Il suo compleanno cade in Marzo, ma poi si rialza e si passa le mani sulle ginocchia.
Durante gli spettacoli indossa dei pantaloni neri da mimo che fasciano la gambe magrissime. Fa il prestigiatore nelle piazze di Verona e  lancia coltelli ,mangia una fiamma, lascia cadere qualcosa mentre lo stereo ripete in loop il Valzer d'Amelie e i bambini gli guardano i baffetti.
A lezione è vestito come gli altri.
C'è qualcosa di sbilanciato nel suo corpo.
La sera parla a voce alta di un provino superato ed offre da bere alla ragazze con i capelli rossi e corti.
E' volgare come gli altri .
E' onesto come Mattia che si paga l'ultima grappa della serata con un gioco di carte che piace tanto ad Ayame.
E' il mago della grappa questa sera, e si è studiato tanto in questi anni per assomigliarsi.

Fammi veder la fede.

Non riesco a credere che il tempo passi.
A intervalli uguali, con improvvise accelerazioni, e poi paralisi ed immobilità.
Eppure ne ho le prove tangibili nelle cosce, negli amici che convolano, negli studenti del primo anno che puzzano di ormone della crescita. Ma non solo.
Dicono sia la percezione personale.
Dicono, dicono, tutto gira in tondo, che il futuro non c'è come l'isola che poi c'era, che il presente è l'importante, che ci sono le clessidre e gli elastici che ti fanno tornare al tuo posto nella tua terra, che tanto terra torni, che tutti giù per terra.
Mina ci consiglia attraverso il marketing familiare di mettere radici. Lo fa con un accento acuto sulla prima parola importante.
La Faaaamigliaaa, radicilibertà.
 La mia immobilità feroce, precoce, capace e rapace si chiede se non stia correndo un po' troppo.
L'azione potrebbe ridursi a una lunga serie delle cose che potrei ma non posso.
Perchè non posso? Perchè potrei.
Posso? No, perchè avrei potuto.
Una lista di possibilità da condividere con chi. (Without)

Vista da fuori, che da dentro è difficilissimo.

martedì 9 marzo 2010

Spirito di patate.

Metti che la felicità sia trovarsi intorno ad un tavolo con altre persone che conosci/sconosci, con poco vino rosso, una tagliata ed una Lonely planet del Messico.
Metti che la semplicità stia nelle patate al forno.
E poi,
c'è anche il pane per tocciare.

mercoledì 3 marzo 2010

Giulietta Alfa Romeo

Giulietta è un nome che fa caramello solo a masticarlo in bocca.
Ti si appiccica sui denti del giudizio.
Giulietta oggi proprio non ce la fa, e cammina per il lungargine ascoltando Down by the river, sentendosi migliore ad ogni nota, ad ogni onda del Piovego.

Down by the river.
I shot my baby.
Down by the river.

Giulietta vorrebbe chiamarsi Marghe, ed avere un cappello rosa portato bene e dei pantaloni della tuta, ed essere magrissima con i pantaloni della tuta ed il cappelo rosa portato bene, proprio come la sua amica Marghe che viene a lezione e si dice che abbia dei grossi problemi in famiglia.
Marghe ha una matrigna cattiva.
La matrigna di Marghe ogni giorno attraversa il centro di Padova con una faccia dura. Fa la psicoterapeuta.
Giulietta e Marghe si sorridono sempre ma parlano poco. Una volta hanno anche bevuto insieme, ma Marghe non se lo ricorda.

Giulietta non ricorda.

Giulietta in effetti si chiama così da pochissimo.